Lo Zibibbo

3 Ottobre 2011 di Mezzapelle Vito


 

Vitigno di antica coltivazione, secondo alcuni autori sarebbe stato introdotto in Sicilia dagli Arabi e tratto dal Capo Zebib in Africa dal quale discenderebbe il nome (Mendola, 1868). L’altra sua denominazione di “Moscato di Alessandria” lo farebbe invece derivare dall’antico Egitto, dove peraltro sono stati rinvenuti antichi documenti che ne testimoniano la coltivazione (Salamon, 1902). E’ comunque di Cupani (1696) la prima citazione dello “Zibibbo siciliano”…

 

 

Sinonomi

Moscato di Alessandria”, “Moscato di Pantelleria”, “Moscatellone”, “Salamanna”.

 

Zone di coltivazione in Sicilia

Cultivar idonea alla coltivazione nella sola provincia di Trapani, è diffusa principalmente nell’isola di Pantelleria.

 

Caratteri  morfologici

Lo “Zibibbo” è da considerare una popolazione di cloni che si differenziano per un diverso livello di tomentosità dell’apice dei germogli e della foglia, nonché del grado di incisione della foglia. Qui di seguito si riporta la descrizione del biotipo con organi meno tomentosi e foglia meno incisa, più diffuso nell’isola di Pantelleria (TP).

 

Germoglio: apice da molto aracnoideo a poco lanuginoso, di colore verde chiaro biancastro con qualche macchiolina bronzata ai margini. Foglioline apicali (1-3): trilobate o appena pentalobate, talvolta pentalobate, le prime due con profilo leggermente a coppa. Pagina superiore da cotonosa a quasi lanuginosa, di colore da verde bianco con sfumature ramate (le prime 2) a totalmente ramato (la 3a), nervature verdi. Pagina inferiore cotonosa tra le nervature, lanuginosa sulle nervature. Foglioline basali (4-6): trilobate o pentalobate, lembo quasi piano, pagina superiore aracnoidea o quasi glabra, interamente ramata con nervature verdi a livello della 4a e 5a fogliolina, verde con sfumature ramate a livello della 6a. Pagina inferiore da lanuginosa ad aracnoidea.

 

Tralcio Erbaceo: contorno liscio, internodi di colore verde con striature rosse o interamente rossi (a volte tendente al violaceo) sulla parte dorsale, generalmente verdi su quella ventrale (a volte con striature rossastre); tratto apicale ricurvo. Viticci: bifidi, di colore bronzato o rossastro sulla parte esposta, verde-giallo su quella non esposta.

 

 

Foglia adulta: media, da pentagonale a orbicolare, trilobata o quinquelobata; pagina superiore di colore verde intenso con seno peziolare rosato e nervature principali di colore rossastro fino a 1/4 della loro lunghezza. Profilo del lembo a coppa con margini revoluti ed ondulati, debolmente bollosa tra le nervature secondarie e terziarie, a volte con depressioni alla base delle nervature; presenza di nervature ginocchiate. Denti corti con margini generalmente rettilineo-convessi. Seno peziolare chiuso, a volte con bordi sovrapposti, a V o a U+V, raramente a U. Seni laterali superiori a U, a V o a lira con bordi sovrapposti, a volte con un dentino. Pagina inferiore da poco aracnoidea a quasi glabra con pochi peli a livello delle nervature. Presenza di setoline alla base delle nervature principali e, soprattutto, secondarie. Picciolo di colore rosso, a volte tendente al vinoso, di lunghezza pari o più lungo rispetto alla nervatura principale mediana.

 

Grappolo: da medio-grosso a grosso, cilindro-conico o cilindrico, alato, da spargolo a compatto; peduncolo corto o molto corto, verde o, meno spesso, rosato, raramente legnoso alla base. Rachide e pedicelli di colore rosato.

Acino: grande (5,50 g), forma da obovoide ad ellittico corto (D.L./D.T.= 1,20), con buccia mediamente pruinosa, di colore giallo verde dorato con sfumature ambrate soprattutto sulla parte esposta. Polpa a sapore moscato, vinaccioli presenti.

 

Tralcio Legnoso: internodi medio corti, di colore marrone aranciato con striature più scure; sezione trasversale da quasi circolare ad ellittica, superficie striata e leggermente angolosa. Nodi di colore bruno

Cloni Selezionati: nessuno, la selezione clonale è attualmente in corso (di seguito sono riportati i risultati ottenuti sinora).

 

Principali Aspetti Agronomici e Fenologici

 

Vigoria: media.

Comportamento alla moltiplicazione: buona affinità con il ‘1103 P’, il ‘775 P’, il ‘140 Ru‘ e il ‘1045 P’.

Produttività: media e piuttosto irregolare.

Resistenza alle crittogame: poco resistente alla peronospora e all’oidio, va soggetto alla colatura.

Epoca di germogliamento: medio-precoce (metà marzo).

Epoca di maturazione: precoce o medio-precoce (da metà agosto ai primi di settembre).

 

Sistema di allevamento – Alberello Pantesco


A Pantelleria la quasi totalità dei vigneti risulta allevata ad alberello. Per difendersi dai danni dei venti di scirocco e di greco-levante, che vi spirano assai frequentemente, le viti sono mantenute molto basse, spesso al disotto del livello del terreno, in una larga conca. Sulla necessità di queste modalità di allevamento basti pensare, che nel 1966 tali venti hanno ridotto di almeno il 35-40 % la produzione dell’isola, che si aggirava sui 200-250.000 q.li di uva.

Oggi la produzione totale di uva Zibibbo di Pantelleria è scesa di molto raggiungendo 45.000 q.li prodotti dai 700 ha ancora coltivati.

Il sesto d’impianto è di 1,60 x 2 m; oppure 2 x 2. Il ceppo è alto circa 10 cm e porta 4-10 branche lunghe potate cortissime con le sole gemme della corona, in quanto lo Zibibbo produce costantemente 2 grappoli sui getti derivanti dalle gemme della corona  e dalle gemme latenti.

Con questo sistema di allevamento la produzione ad ettaro si aggira dai 50 agli 80 q.li/ha.

 

Enol. Vito Mezzapelle

 


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